Ci mancava. In effetti, un “Best Of” nell’ormai più che ventennale carriera dei Guardiani Ciechi non si era visto. Alcuni live sì, una vera e propria raccolta, no.
E, ovviamente, dovendosi approcciare al tema, i BG lo fanno alla loro maniera: non una semplice raccolta di pezzi, ma una riedizione in forma di remix o di reincisione per i pezzi più vecchi.
Il risultato, sicuramente suntuoso oggettivamente, a partire dalla solita eccezionale cover, lascia però a tratti l’amaro in bocca. Da un lato, perché la necessità di inserire alcuni (pochi, per fortuna) brani con meno di dieci anni di vita mette definitivamente in luce l’involuzione stilistica della band dopo “Nightfall in Middle Earth”. Dall’altro perché qualcuno potrebbe scoprire che reincidere “Valhalla” con i mezzi oggi a disposizione della band e con un Kai Hansen che nel frattempo ha quasi (QUASI) imparato a cantare non ottiene lo stesso, inimitabile, effetto “peggior birreria di Krefeld” che è stato di fatto uno dei grandi plus dei primi due lustri di carriera della band.